martedì 30 aprile 2013

La mia questione di fiducia

Il Governo Letta riceverà la Fiducia anche al Senato, questo è chiaro.Gli highlights più interessanti erano tutti condensati nella votazione alla Camera dei Deputati. Parto difficile... ma il bimbo è nato! Non credo sia un parto di cui gioire nè una battaglia vinta. Adesso, però, è necessario che tutte le energie catalizzate in queste ultime due settimane, attraverso la rete di #occupypd e di #resetpd, non finiscano disperse. Adesso è più che mai necessario iniziare a lavorare concretamente per intessere reti, relazioni, collegamenti e coordinarsi sul territorio.
Io non riesco a vivere come distaccate e ormai non più conciliabili le posizioni delle due dissidenze che il "documento di domenica" firmato da Puppato, Gozi e Zampa e non da Civati parrebbe aver creato. Ed auspico - chi mi segue su twitter avrà notato la perseveranza nel ricordarlo ai protagonisti - la costruzione di una piattaforma di proposta e di "lotta" unitaria in vista del prossimo Congresso. Nello stesso momento, molto mi piacerebbe avviare una discussione franca e serena proprio con Fabrizio Barca, che con sfortunato tempismo aveva pubblicato nei giorni precedenti il disastro un validissimo documento di discussione sul "PD che vorrei". La sua intervista di ieri mi ha piacevolmente impressionato... sebbene mi sarei aspettato un po' più di coraggio e determinazione nella discussione sulla Segreteria. Le energie necessarie alla creazione di QUEL partito non stanno in questa classe dirigente, e Fabrizio Barca farebbe bene a capire che è necessario un suo personale impegno in tal senso. Un impegno anche di responsabilità dirigenziale da subito, in primissimo piano. La complementarietà che lui correttamente evidenzia con Renzi esiste, è reale... ma proprio per questo rende Renzi un candidato forse non così tanto in sintonia con quel Documento e quel Partito.

Credo sia necessario in questo momento il coraggio di fare gruppo. Credo servano idee, passioni e poposte. Anche e soprattutto per rispetto a quella enorme parte del PD che, più che nella dirigenza, si riesce a riconoscere solo nella base - guardacaso quella che Occupa le sedi, quella di #occupypd e #resetpd. E non solo per rispetto... ma anche perchè quella componente che in maniera ormai anche omogenea e sinergica formula proposte e documenti ha idee concrete sul Congresso e sul Partito che vorrà.

Un appello? Magari sì. La Mia Personalissima Questione di Fiducia.
Credo che i nomi fatti, quelli di Laura Puppato, Sandra Zampa, Fabrizio Barca, Pippo Civati e Sandro Gozi possano rapresentare - e debbano farlo - validi capisquadra per i tanti muratori, elettricisti, artigiani e tecnici che vogliono ripensare e ristrutturare questo partito dall'interno.
Qualcuno potrebbe dire che "Serve un progetto su cui lavorare"... ma per esperienza credo che a validi capisquadra basti anche una intuizione e la tanta esperienza di ciascuno. Quando pilastri e muri portanti sono solidi e ben distribuiti, gli interni sono una splendida prateria in cui inventare, sperimentare. Certo... se poi sui valori non s'è più d'accordo... qualcuno lo dica subito. Credo nessuno di noi, capisquadra e manovali, voglia rischiare di restar sotto le macerie di un collasso strutturale inevitabile!

sabato 27 aprile 2013

Non chiamiamolo di scopo, vi prego!

Una premessa doverosa. A me questa proposta di Governo di Enrico Letta non piace. E piace ancora meno il percorso che ha portato questa proposta ad essere l'unica possibile. Se possibile mi piace ancor meno il comportamento della dirigenza del mio partito - non so quanto autorevole viste le dimissioni in blocco della Segreteria Nazionale.
E però finirei con enormi difficoltà e non dire No! se la linea del Partito fosse quella di garantire la fiducia al Governo. Più che altro perchè credo in un Partito strutturato dove le logiche della maggioranza contano. E perchè sono convinto che uscire fuori adesso, mentre comincia una battaglia decisiva sulle sorti del Partito, sia sciocco. Ci sarebbe tempo, qualora si riuscisse a verificare inagibilità democratiche o impraticabilità di cambiamenti... e si perderebbe il gusto della sfida, della battaglia, oltre ad impoverire un contenitore a vantaggio di qualcosa che è tutta da costruire senza che sia chiaro con quali logiche, su quali posizioni e verso quali propsettive.

Allo stesso momento, però, mi piacerebbe che oltre ad avere spiegazione (e possibilmente nomi) sulla vicenda dei 101 componenti del plotone di esecuzione di Prodi, oltre a ricevere le spiegazioni, ormai davvero tardive, sulla impraticabilità di altre strade ed una marcia indietro convinta su certe dichiarazioni - altro che le imbarazzanti scalate della vetrina di questi ultimi giorni - ecco, mi piacerebbe che qualcuno avesse il coraggio di dire: "No signori, questo non è affatto un Governo di scopo con data di scadenza ravvicinata". Più che altro per rispetto a figure come quelle di Bray, Idem e Kyenge. Se questo fosse un Governo di scopo vincolato a mandato ben preciso (i famosi 4 punti in croce), beh allora mi spiegate per quale oscura ragione è necessario poi dipingere come salvatrici e salvatori della patria figure a quel punto messe lì senza alcuna finalità se non quella della testimonianza e dell'occhieggiare/ancheggiare nei confronti di un mondo già abbastanza deluso? Ed anche con questo fine... ha senso trasformare quei nomi in strumenti con la consapevolezza di bruciarli condannandoli alla mera testimonianza, al ruolo di specchietti per le allodole e foglie di fico?
No, non avrebbe alcun senso, lo so da me... Letta poi così fesso non me lo faccio, anzi.
Solo, lo dica chiaramente: Signori qui si prova a durare due anni... Allora sì che quei nomi hanno un senso. Peccato lo avrà anche chi, con ferree convinzioni antilaiciste si troverà a gestire un dicastero delicato come quello della Sanità... soprattutto su argomenti che spaccano in primis il PD come il Finevita o l'Interruzione di Gravidanza.
Sia chiaro, comunque... con mille dubbi, mille riserve e tanto mal di pancia, io no voterei No!

Solo, come dire, anche per umano rispetto... gradirei quellespiegazioni di cui sopra!

martedì 23 aprile 2013

A Bari e da Bari: #OccupyPD

C'è qualcosa che si muove in Italia e nel Partito Democratico.
C'è un movimento che monta dal basso, che sceglie di definire delegittimati gli organismi dirigenti. C'è un crescente gruppo di giovani e meno giovani che sceglie in questo momento le forme più classiche del dissenso e le mette in rete.
C'è chi occupa Circoli e Federazioni riappropriandosi dei luoghi fisici della discussione e della vita di un Partito. C'è chi crede, di fronte a questa crisi profondissima delle dirigenze del PD, che sia necessario ripartire dal basso, dai luoghi dove il consenso e le idee devono crearsi.
C'è chi in questo momento propone Ordini del Giorno da sottoporre alle assemblee dei luoghi che vive e frequenta, chiedendo a tutti di dire con fermezza No ad ogni forma di Governissimo.

C'è chi, come a Bari, lancia l'idea di un permanente #OccupyPD e oltre ad una sede fisica si riappropria di uno strumento e di una forma della partecipazione: quella della discussione e del dissenso.
E c'è chi in questo percorso sceglie di starci. Io ci sto!

lunedì 22 aprile 2013

RESET - PD... Non c'è prefisso RI- che valga!

Ho (im)pazientemente atteso di riordinare le idee. Sono stati giorni di sicuro convulsi, in cui incredulità, sgomento, rabbia e frustrazione si sono alternati, succeduti, sovrapposti.
Su tutto la terribile presa di coscienza che il PD, così come lo si conosceva un attimo prima dell'apertura delle urne in febbraio, è defunto. Nell'ultima settimana si è mostrato agli occhi dei cittadini italiani il cadavere del Partito. Lo si è insultato e preso a calci. Manco si fosse di fronte al corpo morto d'un dittatore qualsiasi. Ad accanirsi, più di tutti gli altri su quella cosa lì in terra, i più stretti collaboratori, i "padri fondatori", i massimi vertici di quella struttura.

Il Capolavoro Marini, l'Harakiri Prodi, la Beffa Napolitano. In una chiusura e sordità alle spinte dal basso che con una certa vergogna si trincerava dietro il "divieto di vincolo di mandato" ed a volte - ancor peggio - dietro conte imbarazzanti e giustificazioni inconcludenti, dal Caprarica a Montecitorio quello che si è consumato è non già il Golpe nello Stato - follia tutta Grillesca visto che s'è proceduto a norma e dettame di Costituzione - quanto più il Colpo di Partito.
Quella che verrà imposta nei prossimi giorni è una dottrina di presunta Unità Nazionale che taglierà fuori dal momento della discussione e della sintesi tanto le forme del disprezzo espresse nella semplicistica "confezione" antipolitica del M5S, quanto le espressioni civili di dissenso e sdegno che dai territori, dalle molteplici "basi" - il fruttivendolo della porta accanto più che l'elettrauto di famiglia! -  si articolano nel paese.
Il PD, in parte consistente, con l'appoggio al futuro e scontato Governissimo, volta le spalle al mandato degli elettori che sulla posizione netta di "Mai col PDL" si sono cementati attorno alla coalizione Italia Bene Comune e con dichiarazioni pesanti e violente come carri armati, per bocca di larga parte dei suoi vertici silenzia proteste e critiche.
Probabilmente è bene rendersi conto che QUEL PD votato a Febbraio non esiste più. E' forse bene considerare che con le dimissioni - doverose e irrespingibili - della Segreteria si deve sancire la situazione di smobilitazione e di fine.
E' necessario, quanto mai urgente, decidere di mettere un punto e voltare pagina.
Le regole, le forze e la "fisiologia" in campo non sono capaci di essere il valido defibrillatore per rianimare questo corpo - a meno che non si voglia pensare di mettere in atto un volgare quanto pericolosissimo accanimento terapeutico.
Bisogna eliminare qualsiasi tentazione di intraprendere un percorso viziato dal dogma del prefisso RI- poichè riscrivere, rifondare, ripensare non sono espressioni che descrivono il percorso corretto. Non con queste regole, non con questa fisiologia, non co questi presupposti.
Bisogna partire dalla presa di consapevolezza che un Partito incancrenito su burocratismi, selezioni all'ingresso, forme dell'adesione che si trasformano in legittimazioni di gruppi di potere e rendite di posizione non ha forza e strumenti di ripensarsi o rifondarsi. E' necessario che il primo passo sul sentiero del RESET sia la negazione di quelle regole e la scrittura di norme nuove.
Ripartendo in questo caso dai Circoli che di questo partito e di ogni sua dinamica sono il nodo di riferimento. E' indispensabile un Congresso che, per la prima volta, su Idee e Proposte politiche EMENDABILI DALLA BASE cominci il proprio percorso sul territorio. Senza vincoli di Tessera. Aprendosi alla discussione con Associazioni e realtà attive. Permettendo che ogni intervento - nel merito del Congresso di ogni singolo Circolo - dia diritto al Voto, o trovando le forme più opportune per riportare la Tessera ad essere scelta di Appartenenza e Contribuzione ( di Idee ed Economie) alla Causa del Partito e non già Clava nelle mani di dignitari vari.
Fuori da una logica di costruzione che RIPARTA DAL BASSO e NEGHI ogni forma di RENDITA DI POSIZIONE questo percorso è meglio non intraprenderlo, meglio voltare le spalle e decidere di scrivere una storia diversa, discontinua. Perchè fuori da logiche di costruzione diffuse e di base il "Partito che Vorremmo" sarà solo e comunque il Partito che Vorrà chi - con la debacle di questi giorni - ci ha consegnato questo sfascio.
Non ho padri con questo documento, nè zii, nè cugini o fratelli maggiori cui dirigere queste riflessioni e queste richieste... mi viene voglia solo di condividerle con chi le leggerà ed in massima parte con quella Base incontrata nell'OccupyPD di Bari e con quanti, sui social, stanno ragionando con me di questo... ci sono di sicuro spunti interessanti nella dialettica dei vertici e dei grandi nomi, dei riferimenti nazionali... ma lassù è tutto così confuso. Nel confronto, mi piacerebbe partire dal basso...

venerdì 5 aprile 2013

La politica ai tempi della Casaleggio Associati - Un caso di Abduction

Non sono certo i 4400 della serie televisiva sui cui potrete documentarvi qui... soltanto perchè questi qui non sono ritornati. Stanno partendo. Dopo il "concentramento" in Piazzale Flaminio - Roma - verranno caricati su autobus e condotti presso una località segreta. Alcuni di loro portano stretti trolley o valige. Qualcuno tra i più giovani viene pizzicato con lo zainetto sulle spalle che fa tanto Ragazzi del Muretto. Restano assiepati. Alcuni con lo sguardo smarrito cercano il classico ombrellino da segnalazione, il totem dietro cui riunirsi. Non sanno o fingono di non conoscere la destinazione di questa tragica gita alla quale forzatamente debbono aderire.
E' curioso che, ormai, Grillo debba ricorrere ad un rito collettivo di tal sorta - simile ad un incontro di Carismatici, ad uno dei meeting Amway (la compagnia commerciale dei miracoli... per chi non la conosce, prego cliccare qui... e perdonate l'inglese) o peggio ancora alle adunate di coscrizione degli eserciti in rotta - per tenere dritta la barra del timone di questa flottiglia che, sempre con maggior naturalezza, comincia a manifestare le prime, democratiche e doverose sedizioni.
"Avete sbagliato a votare..." - "Avete sbagliato a candidarvi...". Queste le affermazioni del Supremo Leader. Quasi che esistesse un copione scritto, redatto ed immutabile. Una pianificazione step by step del "non si sa ancora bene cosa" in una ridda di "idee molto ben nascoste".
E così, in una grigia mattina romana, quasi centocinquanta italiani vengono caricati sotto il ricatto dello "spogliatoio" e della "catechesi politica" in pieno centro a Roma e trasferiti in località segreta. Una "roba del genere" non s'era mai vista in Italia. Chi avrebbe mai immaginato che di fronte ad uno snodo così delicato, a reggere parte delle responsabilità si sarebbe trovato un partito di minorenni, di soggetti sotto evidente stato di tutela emotiva, mentale, politica... affidati al controll, alla vigilanza ed alla volontà di un uomo che, "se un'idea c'è... è nascosta molto bene!".

Sequestro collettivo? Rastrellamento? Deportazione?
No... cerchiamo di essere seri. Se c'è Casaleggio dietro - e il freakkettone cibernetico dietro c'è per forza - più che altro dovremmo parlare di Abduction. Un enorme, collettivo rapimento alieno. I 150 grillini sono condotti verso località segreta, in una base della Casaleggio Associati, dove sarà con un software preventivamente controllato il grado di affidabilità di ogni singolo sequestrato. Successivamente verranno corretti alcuni bug del sistema. Alla fine saranno impiantati nei 150 una serie di ricordi semplici e casuali: tutti saranno convinti di aver passato due giorni sereni e tranquilli a discorrere diAgenda 5 Stelle.
Attenzione, però... esattamente come le follie testate dala CIA e dal KGB nel periodo della guerra fredda, è assolutamente certo che le riprogrammazioni in abduction dopo qualche tempo perdono efficacia facendo riaffiorare ricordi confusi.
Quale sarà il numero di ex grillini che si rivolgerà al Servizio Sanitario Nazionale o di fronte alle telecamere dei più morbosi show del mistero e del complotto chi sarà la prima a comparire affermando di essere stata "rapiti in una fredda ed ordinaria mattina di aprile, condotta in autobus in un laboratorio sotterraneo... le giuro, tutto sembrava normale... poi la mascherina, quello strano gas... e quegli esseri, tutti uguali, con il cranio deforme... e tanti, tanti capelli ricci e brizzolati... mi ripetevano strane frasi, vedevo strane luci, colori... credo di essere anche rimasta incinta...".
No, non è il sogno di Maria, non è l'Annunciazione... non è nemmeno un horror/scifi di 4°ordine. E' la politica ai tempi dela Casaleggio Associati. O meglio, è quel che uno spera sia... perchè a volte riderci su fa meno male!

mercoledì 3 aprile 2013

Gaia, The Future of Politics - Istruzioni per l'Uso

Per sicurezza, e per dissipare ogni dubbio, date prima di tutto uno sguardo qui... ascoltate bene, spero riusciate a tradurre, l'inglese è semplice. Credetemi, servirà per andare avanti!

Marino Mastrangeli è uno di quei grillini che mi starebbero simpaticissimi se avessero avuto l'umilità ed il coraggio di dire: "Cia sono Marino, ho una smodata passione per i film apocalittici e per i giochi di simulazione, online e non...". Marino Mastrangeli è uno con cui davvero mi piacerebbe confrontarmi sulle strategie di gestione dei rifiuti in SimCity4 - manageriale di gestione di città e regioni dal punto di vista urbanistico e di sociologia urbana - per capire se posso evitare di sacrificare un'area destinata ad insediamento cittadino ogni 4 città causa discarica.
Marino Mastrangeli, però, attualmente è Senatore della Repubblica. Ed è uno che, per dire, alla stesura del programma dell'M5S ha proposto votazione su questo punto programmatico: Gaia, il Futuro della Politica.
Cliccateci su, vi apparirà un video delirante che potrebbe tranquillamente essere la sigla di apertura di un pretestuoso gioco di simulazione manageriale sul governo del mondo.

Debordano una serie di inesattezze clamorose dal punto di vista storico. Per innalzare il potere di comunicazione della rete si creano dei falsi storici e si inneggia alla qualsiasi: Voltaire, Mussolini, Leni Reifensthal... e Beppe Grillo come esempi di utilizzo cosciente delle forme di comunicazione innovative (le enciclopedie, la radio, il cinema... il blog).
Ovviamente, si passa all'apocalittico spinto pronosticando una guerra mondiale ventennale combattuta per la gestione politica dell'informazione e della rete...
Finalmente Gaia, la democrazia diretta mondiale in cui... Ogni essere umano, anche solo per il fatto di essere Cittadino, può essere Presidente, Governatore Mondiale e controllare direttamente le azioni del Governo tramite la Rete...

Una valida sintesi di passione smodata per i giochi di simulazione manageriale... una dichiarazione d'amore a Civilization di Sid Meyer, condito con un pochino di SimCity, una spruzzatina di Command and Conquer e un retaggio di un vecchissimo Politika by Tom Clancy...
... se sto tizio non fosse un benedetto Cittadino Onorevole, un Senatore di questa legislatura. Perchè se poi uno deve anche prendere sul serio una menata come Gaia e le sue dichiarazioni in merito...

..."...Le prime elezioni mondiali in Rete. Un Governo Mondiale chiamato Gaia viene eletto. Le organizzazioni segrete vengono abolite. Ogni essere umano può diventare Presidente, controllare le azioni del Governo, tramite la Rete. In Gaia i partiti, i rapporti di forza politici, le ideologie, e le religioni, scompaiono. L’uomo è l’unico fautore del proprio destino. Il sapere collettivo è la nuova Politica..."...

ci sarebbe da prendersela con chi non riconosce e non interviene in modo deciso per aiutare certi amici o parenti ai primi segni con cui le sindromi paranoidi da controllo dell'altro da se si manifestano. Questo è il caso!
C'è una enorme bibliografia in merito, informatevi!
Un sintomo chiaro, evidente, delle forme di sindrome paranoide da controllo dell'altro da se, peraltro, è l'utilizzo, nella comunicazione tra pari, di formule assertive in cui si conferisce a se stessi o ad un tu generico il controllo su un determinato aspetto dell'esistenza: "Tu Potrai Direttamente..." - "Avrai la possibilità diretta di..." - "Sei tu che hai il controllo di..."...

Fateci caso, non sto scoprendo nulla, nemmeno voi! Provate a ricordare una qualsiasi reclamizzazione di un gioco manageriale di simulazione. Se non ci riuscite, o non ne conoscete - capita molto spesso, alla fine i manageriali sono i meno diretti ed i meno venduti, hanno una nicchia di mercato fatta di appassionati... (che in alcuni casi rischiano la sociopatia a causa della propria passione) - allora cercate sulla rete un qualsiasi video promozionale o trailer di questi giochi. Ve ne consiglio qualcuno?
Civilization V (con i dovuti distinguo, sappiate che si tratta di uno strategico molto militar oriented)
Sim City IV (gestione urbana)
The Sims (gestione delle esistenze umane)
Mi spiace non poter aggiungere il trailer italiano ma, ascoltate bene la chiusura di questo trailer inglese... e poi ditemi voi cosa vi sembra, se non quelle dichiarazioni prima riportate. Fate attenzione, il trailer è Questo Qui, Forge of Empires.

E dormiamo preoccupati, va!

martedì 2 aprile 2013

Il "Meetup" degli Euroscettici europei; tanta bella gente!

Apprendiamo di un invito formale a prendere i contatti fatto a Grillo dalla signora LePen, figlia d'arte, madre e padrona del Fronte Nazionale francese. Oggetto della futura discussione, quantomeno per ora, le future strategie per le flottiglie euroscettiche in vista della futura battaglia europea.
Uscita dall'Euro? Non da escludere a sentire la signora dell'ultradestra neofascista francese, visto che si parla di uscita dall'Europa e ritorno alla "sovranità".
Non è in gioco, insomma, per questo blocco di euroscettici, una modifica dell'approccio, della filosofia alla base di questa Unione Europea. Non si parla - è chiaro - di una Europa dei Cittadini più che delle Banche: quel che si discute è lo smantellamento dell'Unione in virtù di un (in)sano quanto obsoleto ritorno agli stati nazionali, alle zecche di stato, magari ai patri ed inviolabili confini.
Ennesima provocazione? Forse... e allora il patrigno (per procura) padre padrone del Movimento 5 Stelle dinieghi subito l'invito.
Perchè signor Grillo, rimanere impantanato a non ribattere ad inviti ormai formali a sedersi a tavola col Fronte Nazionale francese e con Alternativa per la Germania (formazione liberista, non sappiamo quanto liberale) rischia di confermare una incapacità di resistere alla seduzione delle forze neofasciste sul vostro Movimento.
Se poi si sostiene che il fascismo non esiste più ed i neofascisti sono validi compagni di viaggio... lo si dica, forza, senza paura! Almeno sappiamo con chi avremo il (dis)piacere di confrontarci!

lunedì 1 aprile 2013

The Road

Un film che lascia addosso una patina di inquietudine, una forte sensazione di inadeguatezza, una enorme tristezza, questo The Road di John Hillcoat. Un padre, un figlio, un'America devastata da una non meglio precisata catastrofe, una umanità inferocita, ridotta allo stato primordiale obbligata a sopravvivere con ogni mezzo - anche col cannibalismo. Questi gli ingredienti di un romanzo robusto ben trasposto per il grande schermo. Un paio d'ore che scorrono veloci, sebbene tanti siano i momenti di agghiacciante mutismo, scarni siano i dialoghi, dense le pause lontano dall'azione.
In una disperata rilettura apocalittica del classico di frontiera (poco importa se intima alla Kerouac o fisica come nella tradizione western) la coppia protagonista trascina i passi e spinge le poche/preziose cose raccattate qua e là in direzione della costa, sperando che il mare lì sia ancora blu, il cielo non sappia di piombo e gli arcobaleni abbiano un colore più vivido di quello spento e quasi obbligato che hanno ormai. Attimi, ricordi o sogni invadenti richiamano solo a flash la vita che è stata... ma anche in quei rari momenti il ricordare è sempre un gesto amaro, il dover elaborare più di un lutto, più di una tragedia, più d'una assenza e di una sofferta perdita. E così il film prosegue, con l'incedere sempre più claudicante dei due protagonisti, attraverso una educazione sentimentale senza scampo e senza speranza per la coppia, tra poche anime disperate disciolte in un campionario di barbarie, follie, atrocità. Quando tutto, anche sulla riva del mare, sembra perdere la speranza, una piccola luce, tutta stretta - quasi per sbaglio, quasi a suggerire senza mai dire - negli occhi di un cagnolino.

Un film secco, senza fronzoli, brutale... eppure lontano anni luce dai classici del disaster movie per la sua incredibile capacità di essereasciutto,  non riconoscere orpelli, non cedere alla necessità di caratterizzare se non con poche efficacissime sensazioni. Cosa sia stato prima non ha senso, siamo qui, è questo il mondo! Quale sia stata la catastrofe non importa, quindi perchè perdere e far perdere inutilmente il tempo? Una è la constatazione al fondo e da quella, su quella, siamo chiamati a riflettere: tornati ad uno stato ferino di natura quale sarà il nostro posto? Di quale "social catena" saremo anello? Domande a cui nemmeno il più preparato dei prepper riesce a dare una risposta. Quel che è certo, sicuro, è che non avremo bisogno di null'altro che vestiti e coperte, del cibo e dell'acqua, più d'un paio di scarpe robuste ed un'arma. E di sicuro non troveremo il tempo di rimpiangerle, impegnati come saremo a rimparare le tecniche della caccia e della raccolta.

Oltre la pura evasione, senza prendersi troppo sul serio ma soprattutto senza perdere il buon vizio di commuoversi un po'...