venerdì 29 marzo 2013

Democrazie Interne: tempi e luoghi...

I partiti del '900 non sono nati per resistere all'urto del post-moderno. Non reggono il confronto con il mondo pulviscolare e spesso autistico/solipsistico dei nuovi media e dei social network. Sono strutture pesantissime e inadatte per riuscire a galleggiare nel "liquido" di questo nuovo mondo e di questo nuovo tempo. In un mondo che ha rinunciato al confortevole abbraccio di responsabilità che welfare ed agenzie sociali - tra cui i partiti tradizionalmente formati - assolvevano, una struttura governata da logiche, gerarchie, strutture e strumenti appare di sicuro desueta, obsoleta... come dice qualche stronzo "morta e sepolta".
Su questo dieci anni fa si è già interrogato il signor Zygmunt Baumann in una tetralogia che pare abbia venduto più di Twilight: i titoli suonavano più o meno così: Vita, Amore, Paura "Liquida". Ed io risulto di una banalità e di una semplificazione allucinante ricitandoli qui grillescamente.
So fare di meglio, ma non è questo nè il luogo nè il tempo di simili approfondimenti.
Luoghi e Tempi, già, è questo che mi interessa, rispetto all'agito politico, rispetto alla dialettica interna, rispetto alla evoluzione di prospettive in un partito. E allora...
Che ci sia attualmente in Italia una situazione di stallo da far impallidire le peggiori crisi del pentapartito novecentesco è lampante...
E' altrettanto chiaro che il cerino di tutta questa storia sia nelle mani del PD più che del povero Bersani (sì, tempra reggiana ma, magari, spalle anche immotivatamente ed ingiustamente caricate di un peso e di una serie di aspettative che farebbero vacillare anche il più culturista tra gli Atlanti...)...
E' inutile ricordare che anche all'interno del PD ci siano almeno due linee di pensiero differenti sulle "future scelte" pro/regressive che siano...
E' superfluo ricordarvi quale sia la linea in cui mi riconosco: Col PDL nemmeno a prendere un caffè e si sa dal primo giorno del dopovoto...
E' triste constatare che qualcuno al governissimo ci pensi la notte durante sogni che è bene tener chiusi gelosamente in un cassetto per quanto scabrosi si rivelano...
Ed è dunque ovvio che tutta questa dialettica interna produca poi frizioni ed altro...
Però... di qui a scegliere come strategia quella dello svilimento totale di un organo come la Direzione Nazionale del PD - snobbata nel dopovoto e nel preconsultazioni da Matteo Renzi - per poi preferire platee come quella di "Amici" della De Filippi (poco importa se qualcuno afferma di aver visto tutta la prima serie... fino a che certe passioni sono private... per dire, c'è gente che impara encilciche a memoria, c'è gente che impazzisce per i tacchi e le calze a rete... ognuno ha le perversioni privatissime che preferisce...) è triste, un pelino scorretto e un bel po' preoccupante...
Perchè pur dal peso insostenibile per qualcuno... è nella Direzione del Pd che io vorrei ascoltare Matteo Renzi. E' in quel momento che vorrei si potesse rispondere, avviare un dibattito, aprire un confronto sereno sul futuro. Non foss'altro perchè mi riesce molto difficile ascoltarlo sapendo che sto guardando una boiata come "Amici"...
Peccato non si possa tornare indietro!

giovedì 28 marzo 2013

Minzione d'Onore 2.0

Riprendo una vecchia buona abitudine che avevo in passato: Minzione d'Onore per il personaggio solitamente pubblico che con la "cazzata magistralis" s'era ben messo all'attenzione dei media e dei social con affermazioni solitamente da gogna! Non sono mai stato un personaggio pacato, in cuor mio mal soffro l'etichetta, sono convinto che esistano termini giusti per ogni umana vicenda e proprio per questo... se uno è stronzo mi piace dirglielo. Non potendo quasi mai riuscire di persona o per interposta social a far arrivare il concetto forte e chiaro, m'è sempre parso gesto simpatico e cordiale salutare la cappellata del soggetto in questione con una pisciatina sulle scarpe, una pisciatina d'Onore.. apppunto la Minzione.

Oggi the Winner is quella "capra" di Vittorio Sgarbi, capace in una intervista sul Resto del Carlino di ieri di negare l'esistenza stessa del reato di femminicidio e protestare una sovraesposizione mediatica inutile per il tema. Sostanzialmente questo provocatore nato afferma che il sistematico ripetersi di omicidi in cui la vittima è donna e l'autore è sostanzialmente un soggetto interno alla di lei cerchia di frequentazioni, affetti, esistenza non merita un'attenzione ed una cura particolare; si poteva parlare di "ogni violenza"!

Quella di Sgarbi non è ignoranza, nè mancanza di comprensione. Quella di Sgarbi è semplicemente una provocazione becera e vergognosa! Se avesse semplicemente espresso il parere di critico d'arte sull'opera, non se lo sarebbe cagato nessuno. Bisognava dimostrare di aver imparato la lezione di Warhol ed assicurarsi 15 minuti di celebrità. Peraltro cavalcando un tema scomodissimo nel modo più contiguo a quel detestabile machismo da commediola sexy che lo ha sempre caratterizzato.
Pisciatina sulle scarpe e sui calzoni per te, Sgarbi Vittorio! Ci sta tutta!

Di fronte alle centinaia di donne che ogni anno vengono ammazzate da chi, in un modo o nell'altro, al fondo, esercita solamente con la violenza e l'omicidio l'estrema testimonianza di un "possesso ideale", di una proprietà, oltre che rispetto profondo, sarebbe il caso di avviare una riflessione serissima, che porti al riconoscimento di uno status particolare per il femminicidio. E non certo per creare, come qualche stronzo afferma, una riserva naturale dove contenere una categoria protetta per carità cristiana...

mercoledì 27 marzo 2013

Il fascino indiscreto della diretta streaming

Lo snodo fondamentale per questo eventuale (non) governo nascente è passato dai 32 minuti netti di consultazione tra Pierluigi Bersani e la delegazione del Movimento 5 stelle.
"Atreyu, il Nulla avanza!" parafrasando l'incarnazione del Male nello splendido libro pr ragazzi "La Storia Infinita!". Già, il Nulla! In diretta web il Movimento di Grillo è stato capace semplicemente di essere megafono del Nulla, dell'enorme stallo di un Movimento ormai schiavo della immagine che Grillo - e non gli elettori - pretendono!
I parlamentari del Movimento hanno richiesto a gran voce una dimostrazione di cambiamento continuando a (fingere di) ignorare che il tutto non può prescindere dal momento della concessione della fiducia attraverso il Voto Palese quantomeno al Senato.
Posta così, un nulla di fatto! E' evidente che Grillo - e non tutta la sua flottiglia parlamentare - ha intenzione di capitalizzare la posizione di stallo tornando a votare in tempi brevissimi con questa stessa legge elettorale che urla di voler cambiare ma adesso crede potergli fare molto comodo. Quel che però rischia di non reggere è tutto ben sintetizzato dall'affermazione di un Premier Incaricato che afferma "si rischia di passare dal potremmo all'avremmo potuto". In diretta i Parlamentari di M5S sono adesso nella (spiacevole?) situazione di dover ammetere che il cerino è tutto tra le loro dita. Di fronte al loro elettorato - non tutto convinto della bontà di una scelta così tanto che in moltissimi in questi giorni si incazzano sulle loro piazze di discussione e finiscono per essere comodamente bollati come Troll (facile modo di anestetizzare la creazione del dissenso e le voci critiche) - quanto pensano possa continuare la solfa del "Governo 5 Stelle O Governo 5 Stelle"? Hanno avuto un momento pubblico di discussione e lo hanno sciupato in modo evidente avvitandosi su piccinerie, infantilismi dialettici tutti compresi in un "Sembra di stare a Ballarò". Hanno preteso uno streaming per poter anestetizzare il dibattito interno e dettare una linea, è evidente... ma quanto dura questo gioco? Quanto resiste un gruppo composto anche da cittadini sinceramente interessati a scrivere una pagina di cambiamento reale?
Sugli otto punti c'è una condivisione a parole, tutta da porre al vaglio delle varie votazioni sui provvedimenti... ma ormai questa affermazione appare esclusivamente una comoda pezza a colori di fronte ad un cambiamento che poi meccanicamente non si vuol neppure provare a mettere in moto.
Miopia politica innegabile, è evidente, visto che i 5Stelle potrebbero con enorme tranquillità dare fiducia e poi strappare di momento in momento su quegli otto punti e su altro ancora risultati interessanti. Invece si preferisce condannare allo stallo un Paese per altri mesi. Questa volta però, il gioco non funzionerà: le decisioni e le affermazioni pubbliche pesano, oggi, se si è "dall'alra parte", "nella stanza dei bottoni"... e si ha il cerino in mano!
Va un po a vedere che i signori del 5 stelle hano la consapevolezza ed il timore di non essere preparati ad affrontare una discussione parlamentare? Di non essere in grado di svolgere un compito di riformatori più che di guastatori o di stallatori? Beh, il dubbo viene!
Dalle mie parti, comportamenti del genere si possono leggere solo in un modo: specchi tirati a lucido di una enorme mancanza di coraggio e senso di responsabilità!
Se il cambiamento è questo... siamo già nel tempo dell'Avremmo Potuto.
Stando così le cose, adesso che per Bersani tutto appare irrimediabilmente compromesso, probabilmente quel che più può aver senso è richiedere uno sformzo ed un gesto di coraggio finale a se stesso ed alla squadra che ha in mente e presentarsi comunque alle Camere. Votarsi la Fiducia alla Camera dove Italia Bene Comune è autosufficiente ed entrare al Senato con questa simbolica granata in mano: Non Mi Si Fraintenda... ma sarebbe una dimostrazione tanto estrema quanto unica di Responsabilità. Si prendano la responsabilità, ciascuno per se e tutti per i propri elettori di dire il No definitivo agli otto punti ed a qualsiasi tentativo di cambiamento! Lo facciano con il voto, ciascuno in coscienza e per propria volontà!
(non succede... ma se succede che scatta ancora la "Grassata"...)

martedì 26 marzo 2013

Impressioni televisive e cinematografiche - BLACK MIRROR

"Black Mirror". Uno specchio nero, forse proprio come le superfici ultrapiatte dei moderni schermi TV. O ancora come il freddo e seducente rivestimento dell'ultimo frigorifero in commercio. Più probabilmente come il nostro iPhone, da qualunque faccia lo si guardi.
Già dal nome, la miniserie televisiva britannica prodotta guarda caso dalla Endemol, si presenta ammiccando a quel pubblico indie e un po' radical di nerd veri o presunti, apocalittici autoriflessivi e bastiancontrari d'ogni sorta. E serve nel nostro salotto buono sei portate - due edizioni da tre episodi ciascuna - pensate con gusto, realizzate con una maestria non comune e impiattate con il giusto garbo per "sconcertare" e far gridare al fenomeno anti-pop.
A dispetto di ogni canone di genere che si rispetti, in Black Mirror non c'è spazio per la serialità, le puntate sono piccoli film di sessanta minuti rigorosamente autoconclusivi. Più che altro, un trittico di storie differenti, con protagonisti differenti e tempi differenti. Quel che tiene assieme gli eventi lasciandoli precipitare nello "specchio nero" è il tema: "Quanto stiamo cambiando grazie alla tecnologia? Quanto la realtà attorno sta mutando attraverso la tecnologia? Quanto la nostra stessa capacità di percepirci ed atodeterminarci si sta stravolgendo per colpa della tecnologia?".
Lontano da ogni forma di luddismo o concessione al facile "gomblottismo de noantri" l'autore Charlie Brooker mette a profitto le lezioni apprese dai signori del cyberpunk, dai precursori della "fantascienza dell'inquietudine" come P.K.Dick e dai maestri di una certa cinematografia come Cronenberg per sfornare sei perle nere di buon cinema. Subito catapultati in un microverso fatto di ansia, spaesamento e ribaltamenti continui di prospettiva, grazie ad una sceneggiatura robusta e a dei soggetti molto efficaci finiamo per vivere esperienze drammatiche e coinvolgenti... ed alla fine ci ritroviamo a guardarci "da fuori" con un occhio diverso, più inquieto ogni volta che torniamo a rapportarci a quelle tecnologie delle quali, incoscienti, non sappiamo forse più fare a meno.

Sky ha scelto di mandare in onda le due miniserie in set completi per ogni giorno di programmazione. Cercatele!

lunedì 25 marzo 2013

A margine delle consultazioni...

Che il calendario delle consultazioni di questo (non ancora e forse mai)Governo fosse studiato e scrutato con un'ansia da fare invidia a quello dei Mondiali di calcio è cosa risaputa. E che, dunque, ogni strascico, appendice, microevento anche solo lontanamente affiancabile a tale "momento" della nostra vita pubblica fosse investito da significati ben più ampi di quelli che realmente aveva è fisiologico. Faremmo bene a prendere più alla leggera il 75% delle notizie che trapelano dalle agenzie politiche in queste ore...
Tuttavia esistono degli avvenimenti che val sempre la pena di osservare in modo un pochino più approfondito, perchè poi così marginali e insignificanti rischiano di non essere.

E così, ad esempio, spostati sulle consultazioni i riflettori e zittiti per un giorno o due gli sgangherati cittadini Onorevoli a 5 stelle, è il padre padrone del Movimento a spararla per tornare su quegli stessi giornali dove dice di non voler stare.
"I nostri spazi di discussione sono sotto l'attacco di Troll prezzolati (dal PD?)... Segnalate ogni abuso!". Solo adesso, forse, Grillo fa i conti con due amare verità:
1)la fascia più politicamente competente del suo elettorato è comunque piuttosto sensibile a cappellate come quelle di un Crimi o di una Gessica Rostellato qualsiasi e si fa sentire... direi anche giustamente (l'ho fatto anch'io constatando piacevolmente che non ero il solo, anzi!)
2)c'è una parte, anche consistente, dell'elettorato a 5 stelle, che vorrebbe Grillo fuor... di metafora adesso che ci sono eletti, cittadini, onorevoli e simili. Garante sì, rappresentante un po' meno, Signore e Padrone magari per niente!
Grillo caro, si chiama democrazia, che ti piaccia o no! Chi scrive non è cacca digitale, ma cittadini... molto probabilmente tuoi elettori. Occhio o il giocattolo si sfascia, pure presto!

E mentre l'Italia intera si interroga sulla "strategia a 5 stelle" per mandare inequivocabilmente aFFan... Pierluigi Bersani - e mentre, secondo LaPolis metà dell'elettorato a 5 stelle si interroga su come mandare un segnale ai propri eletti chiedendo di dare fiducia all'esecutivo che Bersani dovesse proporre - Berlusconi incassa il successo di volgarità esibito a Piazza del Popolo e rilancia. "Alfano vice di Bersani" in un governissimo con scopi e tempi precisi.
Un incubo a luci rosse degno di un redivivo Richard von Krafft-Ebing (autore del celeberrimo manuale "Psicopathia Sexualis", una enciclopedia dell'orrido, del deviato, dell'inimmaginabile).
Non c'è spazio per Porcate di questo genere. Non è immaginabile credere che il PD possa offrire spazio all'interno di un esecutivo a chi qualche giorno fa ha marciato su un Tribunale o avant'ieri ha trascinato un'orda di figuranti ad un quinto del minimo sindacale in piazza a sbraitare o esibire il peggio del berlusconismo tardoimperiale.

Spiace che a capirlo non ci riesca Delrio. Non è il momento di giocare al guastatore in trincea. Non ha alcun senso. Non mi sono mai piaciuti i discorsi sull'Unità, sui segnali di coesione... ma c'è obiettivamente un limite a tutto. Ci sarà di sicuro il momento per avviare una fase serena di discussione sulla riforma del Partito, sul ripensare linee, tattiche e strategie. Magari non ora, però. Credere di avviare un confronto usando provocazioni di questo tipo è infantile, se non peggio.
Alla stessa maniera, trovo incomprensibile il suggerimento all'apertura verso la Lega di Stefano Fassina. Se non è possibile accettare di dialogare con una forza come il PDL per le ragioni di cui sopra, non è nemmeno immaginabile mettersi a chiacchierare con gente che ha fatto della provocazione separatista, dell'insulto razzista e dello spregio a qualsiasi regola di solidarietà la propria bandiera. Mi spiace che a sbagliare sia Fassina, vista la mia ideale vicinanza ai Giovani Turchi... ma tant'è!

Se shackeriamo questi cortocircuiti con la scelta morettiana di Matteo Renzi rispetto alla Direzione Nazionale di stasera ("Vengo o non vengo? Mi si nota di più se non vengo proprio o se mi alzo ad un certo punto e me ne vo'?") è evidente che la sindrome di Tafazzi di martellarci quel che di più sensibile abbiamo così, per puro gusto masochistico, non c'ha ancora abbandonati! Renzi sarà probabilmente il nuovo candidato premier, soprattutto in caso di nuove elezioni nel brevissimo termine. Ancor più probabilmente dalla sua agenda di cambiamento del PD si dovrà passare, a Congresso. Allora, proprio per questo, dovrebbe abbandonare certi atteggiamenti puerili più che "giovani" e mostrare fattivamente e non solo a parole più rispetto per le istituzioni del Partito.

Prego, accomodatevi... e scusate il disordine!

Essere scontati è a mio parere detestabile. Quanto essere scortese, del resto!
E' per questo che sono stato terribilmente combattuto negli ultimi tre secondi sul taglio da dare a questo primo post. Scontato sarebbe scrivere qualcosa che vi introduca a questo spazio, vi racconti solo un po' chi avete davanti. Già, scontato. E dunque detestabile.
E però è pur vero che spingere qualcuno in una stanza e tenercelo dentro recluso ad ascoltarmi risulterebbe di sicuro scortese... e dunque detestabile. Bisogna essere liberi di entrare in uno spazio, liberi di decidere se ascoltare o passare avanti.

--> In questo momento preferisco risultare scontato piuttosto che scortese; è il tempo di una lettura, infondo!
Ecco dunque qualcosina di me... anche perchè sono convinto bastino davvero poche informazioni. Il piacere di conoscersi è anche quello di scoprirsi pian piano ed ho fiducia che ci riusciremo, lungo i post che seguiranno.

Qualche coordinata essenziale:
Quasi 34 anni, pugliese, per la precisione di Giovinazzo, in provincia di Bari. Vivo ancora coi miei, pur sognando quanto prima di potermi permettere una casa e una famiglia assieme alla mia compagna.


Laureato a Bari in Giurisprudenza nel 2003 - quadriennalista e ci tengo a precisarlo - mi sono specializzato in criminologia e scienze forensi a La Sapienza di Roma, nel corso diretto da Francesco Bruno. Ho poi conseguito il Dottorato di Ricerca in "Teoria e Ricerca Sociale" perfezionando le mie conoscenze nel campo della Sociologia della Devianza e della Sociologia del Crimine. Se non fossi così vecchio mi piacerebbe aggiungere una laurea in Psicologia, ma m'han detto che il tempo per "studiare soltanto" è finito. Per chi non l'avesse già intuito, quel che mi affascina è il concetto di "Male" avvicinato al concetto di "Vita". E' innegabile l'attrazione che provo per le "vite degli altri", soprattutto nel momento in cui l'inusuale, l'inconsueto vi irrompono stravolgendole e spingendole in quel campo mostruoso, indesiderabile eppure così umano che definiamo "Malvagità". 

Potessi ricominciare da zero sceglierei Veterinaria. Questo perchè, pur non essendo specista, adoro visceralmente cani, lupi, iene e simili. Potessi farlo, ne avessi non tanto le competenze quanto le sciocche certificazioni, preferirei fare l'allevatore; per ora debbo accontentarmi solo della mia Amica a 4 zampe Maggie, una pura meticcia spesso scambiata per mezza lupa, mezza cerva, mezza puledra.

Non avessi amore per le radici sarei fuggito da un pezzo. In una Università straniera a parlare di "reati violenti senza apparente movente" oppure di "criminalità organizzata". Più probabilmente in giro per il mondo con al collo la reflex digitale - sono un nikon addicted - e per le mani qualcuna delle vecchie macchinette analogiche sovietiche che colleziono. Purtroppo o per fortuna non riesco a staccarmi da qui, dai miei affetti, dai miei ricordi, dalle mie radici. Mi sono quindi deciso ad avviare una impresa edile con mio fratello minore, cercando di seguire il solco tracciato dal nonno materno e sempre con il little brother pratico l'attività di subagente assicurativo - in un momento in cui sembra che a nessuno interessi più sentirsi protetto!

Mi definisco politicamente orfano del PCI. Coi genitori molto impegnati nelle rispettive professioni ed anche in politica, rubavo ai tempi della loro militanza i momenti per stare assieme. Ho vissuto dunque la trasformazione del Partito Comunista Italiando dagli occhi di genitori che in quella trasformazione non credevano. Risultato? Ho sviluppato una sindrome da sconfitto quasi da subito. Tra i 15 ed i 25 anni ho militato in Rifondazione Comunista. Dall'interno ho vissuto le contraddizioni interne a quel partito così difficile nelle sue logiche eppure così bello e moderno nella sua proposta. Fino al 2004, quando, con la fine della disobbedienza, l'abbandono del percorso dei Movimenti nato con Seattle e Genova, Cosenza, Firenze, Roma e la scelta di alleanza (la seconda) con Prodi capii che si metteva male. Quel partito non faceva più per me. Di nuovo orfano, è vero!

Quanto è cambiato in me e fuori, da allora, se penso che per vicissitudini, autocritiche, riflessioni, adesso mi trovo criticamente a militare nel PD? Credo tanto! Dopo anni ai margini mi sono rituffato nella militanza, complice anche una sconfitta atroce delle forze di centrosinistra e sinistra nelle amministrative dello scorso anno qui a Giovinazzo, provincia di Bari. Con una idea purtroppo triste ma ben chiara: il PD non è il migliore dei partiti possibili ma forse qualcosa si può ancora fare. Ci credo e mi piacerebbe viverlo questo cambiamento. Anche perchè la sede attuale del PD è la stessa che ha ospitato quella del PCI... e quindi mi sembra di tornare un po' indietro - quella sensazione di recuperare il tempo perduto?!


La nuova militanza è stata salutata dalla "non vittoria" alle politiche, ma tranquilli: mi hanno confermato che non sono io a portare sfiga!


p.s. Il disordine di cui parlo è quello che dovete aspettarvi se avete intenzione di seguire questo blog: i contributi potrebbero abbracciare senza una vera e propria traccia comprensibile tutte le piccole e grandi passioni/sfaccettature su descritte. Fatevene una ragione:
E' in quel che tu chiami disordine che io leggo l'ordine perfetto delle cose!