I partiti del '900 non sono nati per resistere all'urto del post-moderno. Non reggono il confronto con il mondo pulviscolare e spesso autistico/solipsistico dei nuovi media e dei social network. Sono strutture pesantissime e inadatte per riuscire a galleggiare nel "liquido" di questo nuovo mondo e di questo nuovo tempo. In un mondo che ha rinunciato al confortevole abbraccio di responsabilità che welfare ed agenzie sociali - tra cui i partiti tradizionalmente formati - assolvevano, una struttura governata da logiche, gerarchie, strutture e strumenti appare di sicuro desueta, obsoleta... come dice qualche stronzo "morta e sepolta".
Su questo dieci anni fa si è già interrogato il signor Zygmunt Baumann in una tetralogia che pare abbia venduto più di Twilight: i titoli suonavano più o meno così: Vita, Amore, Paura "Liquida". Ed io risulto di una banalità e di una semplificazione allucinante ricitandoli qui grillescamente.
So fare di meglio, ma non è questo nè il luogo nè il tempo di simili approfondimenti.
Luoghi e Tempi, già, è questo che mi interessa, rispetto all'agito politico, rispetto alla dialettica interna, rispetto alla evoluzione di prospettive in un partito. E allora...
Che ci sia attualmente in Italia una situazione di stallo da far impallidire le peggiori crisi del pentapartito novecentesco è lampante...
E' altrettanto chiaro che il cerino di tutta questa storia sia nelle mani del PD più che del povero Bersani (sì, tempra reggiana ma, magari, spalle anche immotivatamente ed ingiustamente caricate di un peso e di una serie di aspettative che farebbero vacillare anche il più culturista tra gli Atlanti...)...
E' inutile ricordare che anche all'interno del PD ci siano almeno due linee di pensiero differenti sulle "future scelte" pro/regressive che siano...
E' superfluo ricordarvi quale sia la linea in cui mi riconosco: Col PDL nemmeno a prendere un caffè e si sa dal primo giorno del dopovoto...
E' triste constatare che qualcuno al governissimo ci pensi la notte durante sogni che è bene tener chiusi gelosamente in un cassetto per quanto scabrosi si rivelano...
Ed è dunque ovvio che tutta questa dialettica interna produca poi frizioni ed altro...
Però... di qui a scegliere come strategia quella dello svilimento totale di un organo come la Direzione Nazionale del PD - snobbata nel dopovoto e nel preconsultazioni da Matteo Renzi - per poi preferire platee come quella di "Amici" della De Filippi (poco importa se qualcuno afferma di aver visto tutta la prima serie... fino a che certe passioni sono private... per dire, c'è gente che impara encilciche a memoria, c'è gente che impazzisce per i tacchi e le calze a rete... ognuno ha le perversioni privatissime che preferisce...) è triste, un pelino scorretto e un bel po' preoccupante...
Perchè pur dal peso insostenibile per qualcuno... è nella Direzione del Pd che io vorrei ascoltare Matteo Renzi. E' in quel momento che vorrei si potesse rispondere, avviare un dibattito, aprire un confronto sereno sul futuro. Non foss'altro perchè mi riesce molto difficile ascoltarlo sapendo che sto guardando una boiata come "Amici"...
Peccato non si possa tornare indietro!
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